lunedì 11 settembre 2017

L'ANGOLO DEL CULT #2: "NIGHTMARE 3: I GUERRIERI DEL SOGNO" (1987)

Uno, due, tre Freddy viene da te...puttana! 
Oggi vi parlo del classicone horror, iconone anni '80 Nightmare 3: I guerrieri del sogno
Facciamo subito i seri e vi dichiaro apertamente che questo è il miglior capitolo della saga. Certo, la lotta con il primo film capostipite è stata discretamente combattuta, ma poi alla fine qui ci troviamo di fronte al compendio ufficiale del cinema horror slasher anni 80' nella sua forma più goduriosa. 
"Nightmare I: Dal profondo della notte" è un film immensamente suggestivo, fa abbastanza paura ed ha elementi di tendenza, certamente. Freddy è seriosetto e risoluto, ma intravedi qualcosa del suo repertorio sarcastico. Regia e atmosfere sono divinamente horror e vintage (ho ripetuto già due volte finora anni 80 e ahimè potrei farlo di nuovo più avanti! Sono ripetitivo? Sisi e dipende da mie personali carenze lessicali!). 
Dopo un secondo esilarante capitolo che ci costringe a mandare giù scene come quella in cui Freddy insegue in piscina un party di liceali per affettarli alla luce del sole, ci regala voragini di sceneggiatura, incongruenze, pestilenze e prove attoriali da Nightmare (eheheh), Craven torna a prendere le redini e si vede tantissimo. La sua mano si nota in tanti aspetti: prove attoriali, montaggio, sceneggiatura, fotografia. La recitazione convince molto, cosa affatto scontata in un horror. Su questo versante appaiono diverse vecchie conoscenze del cinema per cui lascio a voi profani di scoprirle vedendo il film (non barate con Wikipedia stronzetti), e a voi cinefili di rispondere al mio ammiccamento. 
Il montaggio qui fa davvero tutto: stiamo parlando di un film che tratta il tema delle alterazioni percettive della nostra mente e la regia di Craven rappresenta magnificamente e, senza soluzione di continuità, il passaggio dal piano reale al piano onirico, cifra stilistica per eccellenza della serie. 
Oltretutto alcune sequenze sono entrate di diritto nella storia del cinema horror: per citarne un paio direi il Freddy burattinaio, stagliato orrendamenre maestoso sullo sfondo del convento/ospedale psichiatrico, e la sua vorace versione serpentesca. 
La sceneggiatura tiene incollati al divano, questo sicuramente: colpi di scena e rivelazioni portano acqua al mulino della saga e il merito va specialmente a questo capitolo che li dosa e li inserisce nel tessuto di una trama dai ritmi serrati; inoltre ci attrae verso un'argomento dalla sicura fascinazione come il sonno, già nella tagline definito evocativamente (quanto mi piacciono gli avverbi, slurp!) come squarcio di morte.
Quanto dovremmo aspettare per vedere una nuova icona del cinema horror all'altezza di Freddy?
Qui si parla di un villain cool ed affascinante, che di personalità ne ha da vendere: istrionico infestatore di sogni altrui, ironico guascone delle nostre risate più compiaciute ("Contenta Jennifer? I tuoi sogni stanno per realizzarsi! non volevi entrare in televisione?!"; anche se in originale suonava diversamente: "welcome to primetime, bitch!") e boogeyman dalla presenza totalizzante.
Ma principalmente Freddy Kruger, oltre che carnefice delle nuove generazioni, diventa il veicolo per permettere loro di esprimere la propria personalità: vediamo disadattati sociali, giovani menomati nel fisico e nella mente, emergere colorati della propria fantasia, l'arma più potente per combattere un nemico forgiato dalla malsana società degli adulti.
La gioventù, espressione e vittima dell'era postmoderna, è chiamata a riscattare le colpe dei padri in un tentativo tragicamente eroico. I giovani rappresentano quei guerrieri che lotteranno per garantire il nostro domani: in fondo questa leggendaria saga cinematografica ha sempre cercato di spiegarcelo.

Habemus Judicium:


Bob Harris

1 commento:

  1. Indimenticabile la scena in cui pensano di aver acquisito poteri nel sogno. Li se la comanda Freddy.

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