lunedì 5 febbraio 2018

"L'UOMO SUL TRENO-THE COMMUTER" (2018) DI JAUME COLLET-SERRA


E valle a capire le carriere hollywoodiane.
Dopo una giovinezza impegnata, dai 55 in su, il buon Liam Neeson ha iniziato a tirar fuori il carattere incazzoso dell'irlandese, dedicando anima e corpo agli Action movie.
Ed a sessantanni suonati lo troviamo ancora lì, in prima linea, a picchiar duro.
Becca un 40enne atletico, pronto all'azione ed in uno scontro all'ultimo sangue, cade a terra, vive momenti brutti eppure riesce a resistere. Cambio di scena e lo troviamo pacioso su un sedile del treno, con qualche graffietto certo, ma il capello già bello e sistemato. Una rigenerazione rapida rapida che gli permette di prepararsi per il successivo incontro all'ultimo livido.
L'ultima fatica del duo Neeson/Collet-Serra in realtà lascia ben sperare nei primi minuti.
Il film si apre con un montaggio spezzettato che ci mostra la routine del colletto bianco. Azioni che si ripetono sempre uguali tra la sveglia ed il treno da prendere, una vita immutabile che resiste ai cambi d'umore e di stagione. Un incipit esplosivo ed azzeccato che riassumono magistralmente 10 anni spesi a vendere assicurazioni alla middle-class americana.
Ma la giornata che si sta per prospettare a Liam Neeson  non è delle migliori.
Si ritrova masticato dagli squali in rampa di lancio della New York che produce e rimane disoccupato a 60 anni. Tra l'altro neanche sa come poterlo spiegare alla moglie, ora che il loro opulento figlioletto sta per iniziare l'università. Qualche birra per stemperare l'aria da perdente bastonato e dritti nel treno per il ritorno a casa. 
Qui le facce di sempre. Poi una fascinosa milf bionda (Vera Farmiga) che lo scruta e gli si piazza difronte promettendo la sommetta niente male di 100000 $. In cambio, l'oramai ex assicuratore, deve portare a termine un compito: trovare un passeggero, tale Prynne, che ha con sé una borsa ed infilare in quest'ultima un localizzatore GPS. Le conseguenze del gesto? Rimangono ignote.
"L'uomo sul treno" parte bene, un thriller psicologico che gioca sugli anonimi volti da metropolitana e sulla latente claustrofobia provocata dalle carrozze dei treni.
Ma vuoi vedere che ne esce fuori un lavoretto niente male?
E invece manco pe' niente. Verso i 2/3 del film Collet-Serra, forse per giustificare il pingue budget messogli a disposizione, inizia a sperperare in botti, esplosioni e sferragliamenti che solo Hollywood ci può donare; si perde parzialmente l'uso dell'udito e tutto il clima di tensione e mistero costruito in precedenza se ne va a farsi fottere. "L'uomo sul treno" si trasforma in action movie, si standardizza e perde di credibilità.
Si rimane con un pugno di mosche in mano, immersi nel moralismo a stelle e strisce ed impantanati in un finale in cui la sempiterna lotta tra bene e male dà risultati scontati/didascalici. Che dire, lo spagnolo Collet-Serra sembra aver assimilato davvero bene le lezioni della grande democrazia nordamericana....
Cosa dire de "L'uomo sul treno"? E' un film che ha abbastanza per intrattenere ma nulla per entusiasmare. Visti i presupposti poteva essere un oggetto curioso ed interessante, ma aimè siamo costretti ad archiviarlo tra le tante prove appena sufficienti che affastellano le sale.

Habemus Judicium:
Ismail


2 commenti:

  1. Si si... anch'io ho ben sperato all'inizio, nel thriller psicologico. Ma niente da fare.È solo un action da intrattenimento da divano e pop corn. Liam ha la sua età , la dimostra, e tutto quel picchiaduro e rischiar di cader giù dal treno col capello subito dopo a posto è un pò troppo. Vorrei vederlo almeno ancora una volta in un ruolo più adatto alle sue capacità e magari all'età. Ma forse ha il mutuo da pagare....

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    Risposte
    1. Oramai ce lo teniamo così, incassatore/picchiatore fino alla fine; e di recente anche nei Griffin ci ha dimostrato di avere dei super poteri.
      Io lo proporrei come prossimo avversario di Rocky...

      Ismail

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