giovedì 7 gennaio 2016

STAR WAS: LA NON-RECENSIONE DE "IL RISVEGLIO DELLA FORZA"


Quella che mi accingo a scrivere è una non-recensione. Nel senso che per poter giudicare un qualcosa bisogna valutare ogni aspetto di essa. Nel caso di un film, se proprio non diciamo che va rivisto, quantomeno è necessario arrivare ai titoli di coda. Cosa che non ho fatto nel caso di questo "Star Wars- Il Risveglio Della Forza".
Intendiamoci. Non sono tipo da lasciare un film a metà, specie dopo aver contribuito a finanziare una catena di multisale pagando regolarmente il biglietto. Perciò mi sento un po' in colpa a dire la mia sulla settima puntata di Guerre Stellari. E, ad essere onesti, per quanto io non possa negare il rapporto di causa/effetto tra uscire in anticipo dalla sala e perdere metà film non posso nascondere che la cosa è avvenuta in modo più o meno casuale. Ero a fine primo tempo, 5 minuti di pausa prima del secondo. Avevo necessità di una boccata d'aria ed esco dalla sala, passando per un' uscita d'emergenza. Giusto il tempo che si richiuda dietro di me e realizzo che, da lì, non sarei potuto rientrare. Il problema è che, vista la tarda ora (ringraziamo questa nota catena di multisale per farci fare tardi al cinema anche se vi si entri alle 9 di sera; quando la pubblicità dura come il film è inevitabile) tutto il complesso era stato chiuso.
Risultato: ciao ciao Chewbecca.
In realtà non ho vissuto così male il pensiero di non aver completato il film.
E' qui che parte la mia non- recensione. Di quello che ho visto. E quello che ho visto mi è bastato per farmi una certa idea.
Il film è noioso.
Montaggio, regia e recitazione vanno bene.
Fotografia stupenda.
Scenografie manco a dirlo.
Bella la scelta di partire dal nuovo, avvicinandosi piano piano al mito, come un regalo che viene spacchettato poco a poco. Tu sai cosa potrebbe esserci dentro, ma l'idea di veder materializzarsi piano piano ciò che si desidera, celato da una carta da regalo, ci entusiasma. Ed i fan di "Star Wars" sono come bambini di fronte al loro regalo di natale così a lungo atteso.
Ma perché tanta attesa? Forse perché non si considera finito il ciclo di un appassionante racconto epico come quello di Lucas? Il fanatico, per definizione, non riesce ad avere un distacco tale da permettergli di valutare lucidamente il suo feticcio. Ma è il film stesso a far capire che non c'è più niente da dire che non è stato detto; a raccontare storie che non siano state raccontate e situazioni che non siano state messe in scena.
Davvero volevate rivedere Han Solo? Ma Han Solo era figo proprio perché era un baldo giovane, incosciente e arrogante. Rappresentava perfettamente la componente avventurosa del film. Ne era l'emblema. Giovane e spericolato. Vedere Harrison Ford a 70 anni e passa, vestito come il suo personaggio, che si muove, spara, corre, scherza e si atteggia come Han Solo significa vedere una parodia di sé stessi. Classico esempio dell'espressione c'è un età per tutto.
I protagonisti non posso valutarli, visti poco. Anonimi in questo film.
Di Luke, Han, Obi e Leila però, va detto, non avevi bisogno di due trilogie per appassionarti.
Ti colpivano subito, creavano mistero e curiosità.
Il cattivone? Si chiama Kylo Ren, no? Massì ho criticato anche io, ridendo sonoramente, la scena della sua crisi di nervi e, in generale, la sua mancanza di carisma. Ma qui spezzo una lancia a favore degli sceneggiatori. Si è voluto differenziarsi dai riuscitissimi villains della saga. Fare un calco di Darth Vader non sarebbe stato saggio. Si vuole presentare un cattivo work in progress. Però non ho tanta fiducia nel fatto che possa reggere il peso di un personaggio che ha decretato il vero successo della saga.
Le situazioni del film sono delle palesi riprese di quelle vecchie. E da quanto ho letto si ritira fuori di nuovo la storia della Morte Nera. Si so anche il colpo di scena. Ed è un bene per tutti, diciamolo.
Forse è anche inutile discutere di aspetti vari. Di quanto non funzioni la storia, di quanto siano anonimi i nuovi personaggi e impietosamente sbiaditi quelli vecchi. Forse basterebbe solo una parola per descrivere tutto: Disney. Ma non è il buonismo tipicamente disneyano o la mancanza di scene scomode che porta la mamma di topolino a rovinare questa saga. E' il concetto di marketing. George Lucas fu il primo a intuire le potenzialità della saga e a lanciare un franchise del genere su un film. Ma amava la sua creatura e, a conti fatti, l'ha rispettata, fermandosi giusto un po' oltre il necessario con la realizzazione della seconda trilogia. Ma aveva quantomeno ancora qualcosa da raccontarci. Con questo "Risveglio Della Forza" si vuole solo ed esclusivamente lucrare, rilanciando ulteriormente un marchio, pompato e spinto verso una galassia lontana lontana.

Habemus Judicium:


Bob Harris

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