lunedì 28 maggio 2018

"EX MACHINA" (2015) DI ALEX GARLAND

Alex Garland con "Ex Machina" era al suo debutto dietro la macchina da presa. Budget bassissimo, ma sufficiente per accaparrarsi Alicia Vikander e Oscar Isaac, allora (2015) già attori rodati ma non ancora mainstream. Spoilerando un attimo il riconoscimento popolare a posteriori del film, esso si accaparra un Oscar e una candidatura: rispettivamente effetti speciali e miglior sceneggiatura.
Che dire...Un bel paradosso sia la statuetta agli effetti speciali, per un film dal budget così basso, sia la candidatura alla  Miglior sceneggiatura considerando la staticità diegetica ed emotiva dell'opera.
La trama: Caleb (Gleeson Junior) brillante programmatore vince uno stage di una settimana nella residenza montana dell'amministratore delegato della sua società, Nathan Batman (Isaac). Tramite il Test di Touring entrerà a contatto con Ava (Vikander), un soggetto sintetico con il quale si instaurerà pian piano una certa affinità.
«Le intelligenze artificiali ci ricorderanno come scimmie erette destinate all'estinzione», leitmotiv, da sempre, delle proiezioni fantascientifiche dell'essere umano. Il dominio delle macchine e l'estinzione umana sono sempre argomento attualissimo e oggetto anche delle più recenti teorie scientifiche.
Ma se un film del genere ripropone un concetto trito e ritrito, senza buttare un po' di azione crassa o qualche sdolcinatezza alla A. I. di Spielberg... Ma che roba è?
Beh, chiaramente Alex Garland decide di puntare su altri elementi. Nella fattispecie non si può facilmente eludere il fascino ipnotico di una messa in scena che mischia la perfezione totalmente asettica delle forme, con il barocchismo di alcune soluzioni. Ava d'altronde non è un cyborg simmetrico: è un robot naked, cavi circuiti e bulloni all'aria, sul quale, a parvenza di umanità, è appiccicato il viso di Alicia Vikander, dallo sguardo vuoto ma che allo stesso tempo trasmette una innata dolcezza.
Barocco è anche il personaggio di Bateman, interpretato da un Isaac del quale ti puoi sempre fidare (a differenza del suo character): onestamente però, si fa fatica ad accettare che una mente tanto geniale sia custodita in una fisicità così straripante e si manifesti in un atteggiamento da College Party.
Già... si fa fatica, e, a pensarci bene, non lo si può mandare giù a tal punto da evitare una stonatura. Perciò, nada, niet: questo è falso barocchismo.
Il protagonista non è niente se non l'insulsità della mediocrità: il che va molto bene e si sposa in modo magistrale sia con il mood del film che con la filosofa che alberga dietro. Un po' meno (altro eufemismo) con il cambio di marcia finale, troppo forzato, poco plausibile nella sua rappresentazione sbrigativa e incoerente con se stessa.
Detto ciò il film è di una bellezza rara per gli occhi e per le orecchie. Oltre alle suggestive locations (norvegesi), il synthwave di sottofondo scandisce alla perfezione tutta una serie di inquadrature curate al dettaglio dal risultato molto evocativo, pur nella loro intuitività.
Insomma pare che con poco funzioni tutto e questa è un grande merito  del regista, il quale decide di dare un'impronta tra il glam e il decadente alla pellicola, mantenendo un tono sommesso e candido, non alzando mai le righe (quasi...la disco dance anni 70 parodiata? Tornare al discorso barocchismi) . Non è neanche questo gran snocciolare di teorie filosofiche/scientifiche/esistenziali. Ma il messaggio, ripetiamo, pur nella sua semplicità concettuale, arriva forte.
D'altronde si vuole semplicemente far capire che «non c'è niente di più umano della voglia di sopravvivere». Era già tutto lì nello slogan promozionale, ma il risultato sorprende positivamente. 
"Ex Machina" è un film che punta tutto sulla bellezza ed eleganza delle sue immagini, per veicolare, pochi ma centrati, concetti universali. Una visione per chi sa amare questa arte nella sua versione più pura, scevra da arrovellamenti e rimandi infiniti. Semplicemente il cinema, nella meraviglia della creazione visiva.

Habemus Judicium:
Bob Harris

Nessun commento:

Posta un commento